Se hai letto il libro “Il monaco che non aveva un passato“, forse avrai avuto la sensazione che ci fosse qualcosa in più, celato tra le pieghe della storia narrata. In questo articolo parleremo dei diversi significati del libro, andando oltre ciò che il Maestro ci ha esplicitamente rivelato.
Devo dire con estrema soddisfazione che il libro “Il monaco che non aveva un passato” ha decisamente superato ogni più rosea previsione riguardo le sue vendite. In meno di una settimana dal suo lancio, infatti, la versione ebook è balzata ai primi 20 posti nella classifica Amazon, registrando migliaia di download in pochissimi giorni. Credo che il suo successo derivi soprattutto dal grande numero di ‘incredibili rivelazioni‘, se così possiamo chiamarle, che il Maestro elargisce nei suoi insegnamenti, molte delle quali vanno in fortissimo contrasto con quelle che sono le comuni credenze di noi abitanti del mondo occidentale.
E’ come se non l’avessi scritto io…
Ho impiegato due lunghissimi anni per scriverlo, durante i quali ho avuto diversi momenti di crisi, dovuti soprattutto alla difficoltà a ‘riconnettermi‘ con la mia fonte interna di ispirazione. Parlo di connessione perchè credo non esista termine più adatto per descrivere ciò che accadeva tutte le volte che mi mettevo davanti al computer a scrivere. Potrà sembrare strano, ma in diverse occasioni, rileggendo le frasi del Maestro, mi stupivo io stesso di quello che era uscito dalla mia penna, facendo fatica a riconoscere la paternità di quanto stavo scrivendo.
Ritengo quindi che il libro sia il risultato di una ‘ispirazione’ proveniente dalla connessione con quella che io chiamo la “Coscienza Globale”, un serbatoio universale di conoscenza al quale tutti noi possiamo attingere, in qualsiasi momento, per ‘prelevare’ preziose informazioni che altrimenti, con il solo aiuto della mente razionale, non riusciremmo mai a concepire.
Chi ha letto “I Maestri Invisibili” di Igor Sibaldi sa perfettamente a cosa mi riferisco.
In questo articolo non mi soffermerò sugli insegnamenti del Maestro, dato che chiunque potrà leggerli nel libro, e non credo abbiano bisogno di ulteriori spiegazioni, soprattutto in considerazione del fatto che ognuno estrarrà da quelle parole un insegnamento diverso. Qualcuno troverà il libro eccezionale, a qualcun altro invece potrebbe non piacere affatto.
Come in qualsiasi insegnamento, il grado di comprensione varia in dipendenza del livello di consapevolezza raggiunto nel proprio percorso di crescita personale.
In questo articolo, invece, desidero condividere con voi alcuni aspetti del racconto che a mio avviso contengono particolari significati, molti dei quali mi sono risultati evidenti solo dopo aver terminato la stesura del libro.
Il simbolismo celato negli episodi del libro
Forse qualcuno di voi si sarà accorto, leggendo il libro, che la storia narrata non è altro che la rappresentazione simbolica di un percorso di crescita personale. Direi che si può considerare un vero e proprio ‘percorso iniziatico‘, simboleggiato da diversi particolari che ora vi illustrerò.
Così come narrato nella storia, tutti noi veniamo ‘chiamati’ ad un percorso di crescita personale il più delle volte attraverso degli eventi che ad un occhio poco attento possono apparire casuali. Un libro, un video visto su Internet, piuttosto che l’incontro con una persona particolare, rappresentano tutti delle possibili ‘scuse’ che il nostro Vero Sè escogita per avviarci verso un percorso di ricoperta della nostra vera natura. Ecco quindi che quella sveglia che non suona, insieme all’apparente casualità dell’incidente occorso alla moglie del signore incontrato in aeroporto, rappresentano gli eventi casuali che possono accadere a chi è ‘pronto’ per essere chiamato.
Durante il percorso di crescita, poi, ci sono momenti in cui ci si ritrova da soli, a volte anche assaliti da momenti di sconforto. Ricorderete infatti che nel libro mi ritrovo solo con me stesso a rimuginare su quanto mi sta accadendo in due precisi momenti: nel bar, dopo l’incontro con l’anziano signore, e poi nella prima notte al monastero, in cui rimango da solo nella mia cella, a ripensare con nostalgia a quanto fosse lontano il mondo conosciuto che mi ero lasciato alle spalle.
Avventurarsi su di un percorso di crescita personale vuol dire letteralmente intraprendere un viaggio verso mete lontanissime, al di fuori di quello che è il nostro normale mondo, rappresentato dalle consuete cose che fanno parte della nostra vita. Il viaggio in Tibet rappresenta quindi quel ‘salto’ verso un mondo ignoto, del quale addirittura si fa fatica a comprendere il nuovo linguaggio (ricorderete che non riuscii a scambiare due chiacchiere in una lingua conosciuta con nessuno, prima dell’arrivo al monastero).
Altro simbolo molto forte è rappresentato dal fatto di dovermi separare dai miei orologi e cellulari, nonchè dalla richiesta, al mio risveglio, di indossare il saio tipico dei discepoli di quel monastero. Iniziare un percorso di crescita, infatti, vuol dire abbandonare le proprie abitudini mentali (rappresentate nel libro dagli oggetti tecnologici), per entrare nelle vesti di una persona ‘nuova’ (il dover indossare il saio).
Alcuni altri simboli poi rappresentano veri e propri aspetti del proprio essere. Il primo è quel meraviglioso giardino in cui il Maestro fa le sue prime sconvolgenti rivelazioni. Quel giardino rappresenta quell’oasi di pace che è già dentro ognuno di noi, alla quale si può accedere la prima volta solo se ‘condotti’ per mano da un Maestro, accorgendosi poi di avere avuto accesso a quel luogo da sempre, ma di non averne mai saputo riconoscere la porta di ingresso.
La grande biblioteca è un altro importante simbolo. Nel libro lo percepisco come un luogo pieno di ‘sapere’ al quale credo sia difficilissimo accedere (il buio percepito all’ingresso). Quella biblioteca rappresenta l’immensa conoscenza celata dentro ognuno di noi, di cui non sospettiamo l’esistenza. Quella conoscenza la possediamo già (ricorderete che il Maestro dice che quei libri li ho scritti io), ma ne abbiamo perso le tracce (ricorderete che il Maestro dice che molti di quei libri sono scritti in lingue oramai dimenticate, o cancellati dall’erosione del tempo).
Ricordate poi il mio continuo accorgermi di quella gioia e serenità che caratterizzava tutte le persone che abitavano quel monastero? Ebbene, quella felicità era già dentro di me, ma purtroppo non sapevo di averla. La felicità non riconosciuta, allora, si manifestava all’esterno, proiettata nei personaggi che incontravo in quel monastero. Il messaggio è che tutto ciò che notiamo negli altri ci appartiene, e il nostro Vero Sè lo proietta all’esterno per metterlo di fronte ai nostri occhi, affinchè noi possiamo riconoscerlo.
Potrei continuare ancora con tanti altri simboli, ma mi fermo qui lasciando a voi la parola, chiedendovi di segnalare nei commenti a questo articolo, se vorrete, i simboli o i significati nascosti che avete intravisto tra le pieghe del racconto.
Sarò davvero felice di discuterne insieme.
Alla prossima
Paolo Marrone

Spiritualità
Oscar Mondadori
2013
13,5x20
260

Ci accompagnano da sempre, da prima ancora che nasciamo: sono i nostri Spiriti guida, creature simili a noi, che sanno usare il nostro linguaggio, ma che conoscono molte più cose perché sono vicini al mistero della creazione. Incontrarli non è difficile, ma bisogna imparare a distinguerne la voce e la presenza.
Questo ci racconta Igor Sibaldi aiutandoci ad avvicinarci alla loro dimensione, a chiederne protezione e conforto. Lo fa addentrandosi da esperto nei grandi testi sacri di ogni tempo e appoggiandosi, oltre che alla sua esperienza, alle più recenti scoperte sulle percezioni extrasensoriali... (Continua)
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grazie per aver messo a disposizione queste informazioni. Mi ritrovo in sintonia con molte di esse e so di averle dentro di me dalla nascita. Quando ero bambina mi guardavo intorno e dicevo a me stessa,seppur in modo elementare, che tutto ciò che mi circondava era una mia creazione. Guardavo fuori dalla finestra del mio quinto piano e, anche se stupita dal fatto di aver creato le antenne, i palazzi, le persone che passavano, le auto, sapevo che erano una mia fonte. Poi la società mi ha portata a ragionare il termini di “razionalità” e ho abbandonato quella credenza definendola “sindrome di Dio”. Faccio fatica a riportarla in superficie dopo tanti anni di raziocinio, ma questo libro forse è un passo. Ringrazio te e nel farlo ringrazio me stessa 🙂 Namastè
Sono un chirurgo, ho letto il libro “il monaco che non aveva un passato”. Permetto che sono un neofita di questa disciplina ma la trovo interessante. L’ unico problema è che mi sfugge il senso ultimo, l’approccio a ciò cui il mio lavoro non mi permette di accedere. Vorrei qualche consiglio in proposito per uscire dal materialismo cui sono imbrigliato. Grazie.
Giovanni, il fatto che ti stia ponendo la domanda su come uscire dalla materialità in cui il tuo lavoro ti imbriglia, è già un grandissimo passo che pochi riescono a fare. Quindi i miei complimenti, sia per il tuo lavoro, che definirei una vera e propria missione, sia per il tuo approccio aperto a scoprire nuove verità che vanno ben oltre quello che la scienza ufficiale riconosce come vero (almeno per il momento). Come è scritto nel mio libro, una volta iniziato il percorso avrai sempre più occasioni per approfondire le tue conoscenze, che ti si presenteranno apparentemente ‘per caso’. La risposta alla tua domanda può variare, in base a quello che maggiormente ti attira. Potresti approfondire le tematiche spirituali, soprattutto attraverso la lettura di maestri orientali, come Krishnamurti, Thich Nhat Hanh, Nisargadatta Maharaj. Oppure approfondire le tematiche riguardanti la fisica quantistica, in un’ottica però più orientata all’interconnessione con gli insegnamenti delle discipline orientali. A tal proposito ti posso consigliare la lettura di “Il Tao della Fisica” di Fritjof Capra, o “La danza dei maestri Wu Li” di Gary Zukav.
Un caro saluto 🙂
Sono in attesa della consegna, se il libro mi chiama sicuramente contiene qualche informqzione in più di ciò che già conosco….
ho iniziato il mio percorso nel 2000, è vero ogni risposta arriva nel momento giusto in modi a noi sconosciuti. Lasciarsi guidare….
ho notato che vivere sempre nella gioia produce ottimi risultati,
spero di riceverlo a giorni.
grazie infinite a te
Ho letto il suo libro,ritrovo la simbologia ,ma devo anche dirle che la conclusione mi ha un po’ deluso.
Grazie Maria Grazia per il tuo commento. Rispetto anche la tua opinione sul finale, ma vorrei farti notare che quel finale rappresenta la chiave di lettura di tutto il libro. Se vuoi puoi ascoltare cosa dico al riguardo nell’intervista radiofonica che trovi a questo indirizzo: http://www.spreaker.com/user/radiosolequantico/paolo-marrone-il-monaco-che-non-aveva-un
Il punto in cui parlo del finale inizia al minuto 24:43.
Ho letto il libro e mi è piaciuto davvero molto.
Ma se è vero che questo mondo è illusorio e che è il risultato della nostra forza creatrice del nostro pensiero, allora anche tu Paolo, insieme al tuo libro, sei frutto della realtà che sto creando?
Certamente, stai sognando un mondo in cui esiste un certo Paolo Marrone che ha scritto il libro “Un monaco che non aveva un passato” 😉
Praticamente nel sogno ti ho appena fatto una domanda per cui ho creato anche la tua risposta.
Semplice e sconvolgente allo stesso tempo…eppure inizia a sembrare tutto quasi naturale
A presto!
Molto interessante ed allo stesso tempo spaventosa l’idea che creiamo un mondo pieno di violenza e malattia.
Appena finito di leggere il tuo libro bello e interessante e sicuramente come scrivi tu nulla accade a caso. La mia sensazione quando ho letto il finale è stata inizialmente di sorpresa mi sarei aspettato un finale più scontato e razionale subito dopo però ho compreso che la storia, il sogno, insomma il tuo libro è solo un mezzo per raggiungere o per meglio dire aggiungere un altro passo verso il risveglio dal quel limbo in cui la mente razionale ci ha relegato e in quel momento mi è sembrato di averlo letto in un attimo in una frazione di tempo, l’ho letto in una settimana circa un po’ alla volta e ho avuto l’impressione di non averlo mai letto.. forse non l’ho mai letto veramente perche’ era già dentro di me solo aspettavo questo momento per andare avanti nel mio cammino.Ti ringrazio per la chiarezza e la semplicità dei concetti espressi in maniera che il lettore li imprima facilmente nella sua coscienza un saluto
Salvo Latina
p.s. scusa eventuali errori di grammatica!
Ciao Paolo carissimo
grazie per aver condiviso con tutti noi la tua esperienza di crescita e di conoscenza.
Una domanda: la mia realtà è il frutto di una illusione ed il passato e futuro esistono nel qui ed ora. Quindi l’anima, le reincarnazioni, la storia dell’umanità esiste solo nella mia mente…. oppure come si può dire? C’è una spiegazione razionale a questo? Grazie.. lidia
Certo Lidia, fa tutto parte del tuo sogno. Stai sognando un mondo in cui, ad inizio ‘800 ci fu un imperatore francese di nome Napoleone. Tutto il passato, sia il tuo personale che quello generale serve a definire chi sei tu oggi, nel qui e ora, che è l’unico istante che esiste. Nel momento in cui hai deciso di fare questa esperienza terrena hai anche deciso qual era il contesto storico ideale per portare a termine questa esperienza specifica. Questa e non altre. Ogni incarnazione quindi ha il suo specifico contesto, e quindi uno specifico passato, tenendo sempre in considerazione il fatto che, siccome il tempo non è altro che un’illusione, tutte le incarnazioni ‘vivono’ contemporaneamente, nel qui e ora, appunto.
Buongiorno Paolo,
prima di tutto grazie infinite…. infinite grazie ancora per le tue costanti condivisioni…..
Il tuo libro è stato per me fonte di molte riflessioni che si sono dapprima susseguite a domande alle quali non ho avuto risposta, poi si sono, con i giorni, dissipate da sole. Ma una domanda su tutte è rimasta: come faccio a contattare chi sono io, se non riesco a ricordarmi chi ero?
Questa domanda mi risuona nella mente, orecchie, occhi e pelle ogni istante… cerco di disentificarmi da ciò che sono, sia nel corpo che negli schemi mentali che ho ereditato e appreso… Ma la domanda resta.
Paola, grazie a te per aver letto il libro.
La risposta alla tua domanda è nel libro, più precisamente nelle parole del Maestro, quando nella biblioteca mi parla di come posso identificarmi con il mio Vero Sè. Ricorderai che mi dice che non è possibile immaginarlo o visualizzarlo con la mente razionale, e a tal proposito accosta questo vano tentativo col tentare di afferrare la Luna riflessa in una pozza d’acqua… Se rileggi con attenzione le parole del Maestro avrai la risposta 😉
Ciao Paolo,
ho sentito il podcast della trasmissione su Visione Alchemica di ieri sera 27 marzo.
Avrei voluto chiederti se tu conoscessi M. Todeschini.
Questo scienziato ha elaborato una teoria del tutto che non lascia spazi a dubbi o incoerenze.
E semplicemente semplice e lineare.
E’ completa.
https://www.circolotodeschini.com/chi-era-marco-todeschini/
No Salvatore, non conosco Todeschini, ma leggerò con molto interesse le sue teorie. Grazie per la segnalazione.
Grazie
Buongiorno Paolo,
ho letto il tuo libro ma anche io come una lettrice non ho colto appieno il finale.
Nella tua risposta citi un link ad una intervista ma il link non esiste più. Hai un altro riferimento o mi puoi spiegare per iscritto il finale ?
Grazie
Fabio, non posso naturalmente rivelare il finale, ma provo lo stesso a darti qualche indicazione. Quel finale è l’unico possibile, se ci pensi, perché giustifica molte delle cose che il Maestro mi dice in quel monastero. Se rileggi il libro dopo aver letto il finale ti risulteranno più chiare molte cose che alla prima lettura potresti non aver compreso appieno, tipo per esempio il fatto che tutti quei libri nella biblioteca li abbia scritti io, oppure il fatto che la saggezza del Maestro fosse la mia saggezza. Di fatto, dopo aver letto il finale, potrai rileggere il libro con una diversa consapevolezza. E se ci pensi quella nuova consapevolezza è proprio la consapevolezza con cui un uomo risvegliato guarda al mondo. Questo è il messaggio che avevo indicato in quella registrazione, che purtroppo è stata cancellata.
Molto ben scritto, complimenti!
Attendiamo la seconda parte in viaggio verso New York, il viaggio è lungo eheh ma diamo già qui e siamo arrivati dove sempre diamo stati, come potrebbe essere altrimenti? 😉 e poi c’è qualcosa nel nastro di registrato, no? 😉
Buon Istante,
Mario