Non ce ne rendiamo conto, ma spesso abbiamo la cattiva abitudine di usare le parole in modo non appropriato, soprattutto contro noi stessi. Una abitudine da eliminare assolutamente.
Forse ricorderete che in questo mio precedente post ho parlato della nostra vocina interna, quella che tutti abbiamo nella testa, che non fa altro che parlarci, tutti i giorni, tutti i minuti, incessantemente.
In quell’articolo definivo la vocina come una nostra nemica, mettendovi in guardia dal darle retta.
Ricorderete infatti che quella vocina non proviene dal nostro Vero Sè, e anche se tendiamo ad identificarci con essa, noi non siamo affatto quella vocina. La sentiremo spesso usare le parole di condanna o di giudizio verso noi stessi o verso gli altri, ricordandoci regole che il più delle volte ci sono state imposte da altri, e noi abbiamo più o meno inconsciamente accettato come nostre.
Ebbene voglio tornare sull’argomento per mettervi in guardia sul fatto che quella vocina è molto più pericolosa di quanto possa sembrare.
Se non siamo noi a parlare, chi è? Chi sentiamo usare le parole che ci risuonano nella testa?
Nella tradizione degli sciamani toltechi (una tribù indigena Messicana) la vocina è quella dei Voladores (colui che vola), oscure entità parassite che attraverso la vocina interna ci tengono succubi delle nostre stesse paranoie, e che ci fanno usare le parole come vere e proprie sbarre di una prigione invisibile. Il tutto con l’unico fine di nutrirsi dei nostri bassi istinti e delle emozioni negative.
Carlos Castaneda ne parla ampiamente nei suoi libri, nei quali racconta degli insegnamenti di Don Juan, un discendente della tribù degli sciamani toltechi appunto. Ma ne parlano anche altri autorevoli scrittori, come Ekart Tolle, Deepak Chopra e Salvatore Brizzi tanto per fare qualche esempio.
Questo articolo è difficile da digerire, ne sono cosciente, e sarete liberi di pensare che sono tutte stupidaggini, frutto della mente contorta di qualche sciamano invasato.
Può essere, ma prima di rigettare il tutto vi invito a leggere fino in fondo, e solo allora farvi una opinione su quanto leggerete.
Sospendete almeno per una volta il giudizio ‘a priori‘, basato unicamente sulle false credenze che vi hanno accompagnato fino ad ora.
Allora continuiamo seguendo quanto affermato da Castaneda nei suoi libri.
Se guardate gli effetti di questo “controllo” noterete molte similitudini con i mali che affliggono l’uomo.
Facciamocelo dire da Castaneda attraverso le parole di Don Juan:
“I predatori ci hanno dato la loro mente che è la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene… Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti. Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.”
Impariamo ad usare le parole a nostro vantaggio
Come uscirne, allora? Prima di tutto diventando consapevoli della cosa. C’è solo una cosa contro la quale i Voladores non possono far nulla: la consapevolezza.
E la consapevolezza si ottiene attraverso la presenza costante, con l’atto di osservare se stessi e i propri pensieri, distaccandosene e non identificandoci nella vocina che ci parla costantemente.
Non mi stancherò mai in questo blog di esortarvi a smettere di dare credito a quel dialogo interiore. Ne va della qualità della vostra vita.
Dobbiamo tenere pulita la nostra mente esattamente come stiamo attenti a tenere pulita la nostra casa o la nostra macchina, anzi di più.
Dobbiamo imparare a usare le parole solo per esaltare la nostra grandezza. Ad usare le parole unicamente come vero supporto positivo a qualunque azione vogliamo intraprendere. Per il restante tempo, quando non è necessaria, la vocina interna va azzittita.
Ma per farlo c’è bisogno di grande consapevolezza e volontà, doti che purtroppo vengono attenuate proprio dal dialogo interiore che desideriamo annullare, e delle quali possiamo riappropriarci solo attraverso un costante lavoro di presenza.
Riappropriamoci allora della nostra autorevolezza e impariamo ad usare le parole solo per i nostri fini e per il nostro bene. Che crediate o no alla teoria dei Voladores, smettiamo comunque di usare le parole per renderci prigionieri di noi stessi.
Vi lascio con alcune risorse molto interessanti che vi consiglio di visionare per saperne di più:
- Interessante articolo sui Voladores estratto dai testi di Castaneda.
- Il sito del video “Lo Sfidante” – un bellissimo film documentario che spiega in dettaglio la natura e gli effetti deleteri della vocina interna.
Ed ecco il video (ti consiglio di guardarlo a pieno schermo):
Attenzione: Probabilmente la tua vocina cercherà di persuaderti a non vederlo fino in fondo, facendoti credere che sei tu a prendere la decisione. Non darle retta!.
Paolo Marrone

Crescita personale
Punto d'Incontro
2012
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Miguel Ruiz ricorda una verità semplice e profonda: l'unico modo per mettere fine alla sofferenza emotiva e ritrovare la gioia di vivere consiste nello smettere di credere alle menzogne, soprattutto le menzogne che abbiamo accettato riguardo a noi stessi.
Fondato sull'antica saggezza tolteca, questo testo vuole insegnare a recuperare la fiducia nella verità e a ritornare al vero "buon senso".
Ruiz cambia il nostro modo di percepire noi stessi e gli altri e apre una porta... (Continua)
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Grazie…grazie, grazie!
Da approfondire!!!!
Quando la sento che inizia a lamentarsi o a criticare….io le dico”Ma smettila,stai zitta o adesso basta!”Il più delle volte si azzittisce.
Quando ho la presenza e la consapevolezza di sentire e riconoscere una frase negativa contro di me della “vocina” la ripeto consapevolmente storpiando la voce, facendo il birignao, per dileggiarla. Finisce che ne rido e mi pare funzioni 😉
Amore Puro a Tutti Noi in un Silenzio di Calma
Namastè
Io non sento vocine interiori… che sia anormale? A quanto pare, si!
Può essere, Max, però quelle di cui parlo non sono voci esterne che sentiamo nella testa. Parlo del nostro dialogo interiore che facciamo con noi stessi, quando per esempio ci chiediamo se fare o non fare qualcosa, o quando ci ‘diciamo’ che potrebbe accadere qualche evento spiacevole in conseguenza di una nostra azione, ecc.
Credo che solo pochissimi sul pianeta abbiano raggiunto il totale silenzio mentale e la totale presenza. Se sei uno di loro, beh… complimenti 🙂
Da segnalare per la grande risonanza col vostro articolo lo splendido libro di Dario Canil
AVRAH KA DABRA – CREO QUEL CHE DICO
Edizioni L’Età dell’Acquario
Questo libro “Avrah Ka Dabra – creo quel che dico” è straordinario. Mi è entrato in simpatia per il titolo, poi una volta letto, una volta, la seconda volta e poi pure la terza volta ho realizzato che è uno dei migliori libri che io abbia mai letto. E ho letto tanto. Recentemente su un filone simile ho letto Eckhart Tolle e tutti i libri di Salvatore Brizzi. Quello che ho trovato qui di diverso è una semplicità disarmante abbinata a una ricchezza di contenuti davvero impressionante e il tutto condito con quel linguaggio animico, potentissimo. Un libro che dovrebbero far leggere a scuola per gli alti insegnamenti umanistici che offre. Parola di sociologa fuori dagli schemi.
Un libro davvero straordinario. Semplice, profondo e potentissimo! Aiuta a risvegliarsi e a entrare in contatto con il proprio silenzio interiore e la Presenza per creare una vita autentica e felice.
D’accordissimo sul libro di Canil e grazie a Paolo per ciò che scrive
Mi sembra che lo abbiano detto anche da noi, ma vista la mentalità tecnico-scientifica, non è stato preso in considerazione con la dovuta importanza:
“Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne ma contro i Principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo, contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti” (Ef 6,11-12)