Tutti i nostri problemi derivano dal fatto che ci sentiamo in colpa. Scopriamo le origini della nostra colpa e come superarla.
Torniamo a parlare di peccatto originale e di come questo influisca, attraverso quella che sentiamo una nostra colpa, nelle nostre vite.
Se avete letto questo mio precedente articolo sapete cosa è davvero il peccato originale, ma quello che voglio evidenziare in questo articolo è come quell’episodio in cui ci siamo sentiti separati dal nostro Creatore abbia poi determinato tutto lo svolgersi delle nostre esistenze.
Quello di cui parlo è tratto dal libro “Un corso in miracoli” che vi consiglio vivamente di leggere.
In questo libro è spiegato che nel momento in cui ci siamo creduti separati da Colui che ci ha creato, abbiamo iniziato a sentire in noi la colpa per averlo fatto. Questa nostra colpa allora ci ha fatto vedere Dio come un nemico, convinti nel nostro inconscio che saremmo stati puniti per questo.
Questo è il motivo per cui molte religioni descrivono un Dio irascibile e giustiziere. Nella realtà non è così, dato che Dio è solo amore incondizionato. Non deve accadere nulla e non siamo tenuti a far nulla per farci amare. Ma la nostra colpa ci ha fatto cadere nell’errore e nella convinzione che esista un Dio iracondo che ci punisce per le nostre colpe.
Voltaire diceva:
Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza.
…e poi l’uomo restituì il complimento.
Ricordate, ogni volta ci sentiamo in colpa per qualcosa, ci aspettiamo anche di venire puniti. E questa nostra colpa ci ha fatto proiettare in Chi ci ha creato i nostri stessi difetti ed emozioni negative.
Dalla stessa colpa deriva anche quell’inquietudine che sentiamo a volte, che ci fa pensare che qualcosa di spiacevole possa accaderci da un momento all’altro, anche se apparentemente la nostra vita non ha particolari problemi. Quel senso di insicurezza deriva sempre e comunque dalla paura inconscia di poter essere puniti da un Dio vendicatore. Le religioni ufficiali hanno fatto la loro fortuna anche e soprattutto facendo leva su questo aspetto della nostra psiche.
Come manifestiamo la nostra colpa?
Qui le cose si fanno molto interessanti. Nel momento della separazione è di fatto nato il nostro ego. L’ego non esiste, è solo una nostra invenzione che serve a giustificare l’impressione di essere separati da Dio.
Ora, dato che è del tutto impossibile riuscire a sopportare questa nostra colpa, dobbiamo in qualche modo attutirla, e per farlo ci siamo rivolti all’unica entità che sentiamo presente, l’ego appunto.
Ma l’ego conosce benissimo la vera origine e la natura effimera della nostra colpa, e sa anche che la sua sopravvivenza dipende dal perpetuare quella colpa il più possibile, in modo da rafforzare la nostra idea di separazione.
Quindi cosa fa l’ego? Ci risolve apparentemente il problema scaricando la nostra colpa verso l’esterno.
Di fatto ci illude di potercene liberare semplicemente vedendo queste colpe all’esterno di noi, cioè scaricandole sugli altri.
Ecco allora il motivo per cui vediamo le brutture del mondo. Non sono nient’altro che le proiezioni di quello che sentiamo al nostro interno. Quello che di peggio pensiamo inconsciamente di noi, a causa della nostra colpa, il nostro ego ce lo fa osservare negli altri, così che cadiamo nella falsa convinzione che quegli attributi non ci appartengano.
Ogni qual volta notiamo in qualcuno un attributo che non ci piace, dobbiamo ricordare che stiamo semplicemente vedendo una nostra caratteristica proiettata all’esterno. Qualunque persona o cosa che ci crea fastidio: una persona odiosa, un politico disonesto, la crisi, la lentezza della macchina che ci precede nel traffico, ecc.
Quando ci lamentiamo stiamo in realtà lamentandoci di qualcosa che riguarda noi, ma non ne siamo coscienti.
E l’origine è solo dovuta a quella che pensiamo essere la nostra colpa di aver creduto nella separazione dal nostro Creatore.
La via d’uscita esiste, e si chiama perdono. Dobbiamo smettere di lamentarci e, alla luce di quello che è stato detto in questo post, dobbiamo ricordarci che quella persona odiosa è lì per ricordarci questa grande verità, e appare nella nostra vita con l’unico scopo di sciogliere quel falso senso di colpa.
Come? Attraverso il perdono naturalmente. Perdonando quella persona stiamo in realtà perdonando noi stessi, e stiamo sciogliendo in modo definitivo una parte di quella nostra colpa che abbiamo nel nostro inconscio.
Il premio finale è l’annullamento dell’ego e la riconquista della nostra libertà.
Credo valga la pena sforzarsi.
Paolo Marrone

Crescita Spirituale
Armenia Editore
Libro
1350

E' difficile riassumere sinteticamente il contenuto di uno dei testi più ispirati ed ispiranti degli ultimi decenni. Helen Schucman e William Thetford sono stati gli strumenti per la stesura di un vero e proprio "programma di insegnamento" che ha lo scopo di portarci fuori dal mondo della percezione per riconoscere l'unica verità, eterna, immutabile. Il mondo che noi vediamo riflette la nostra propria struttura di riferimento interna, le idee, le emozioni ed i pensieri. La percezione é una funzione del corpo e pertanto rappresenta un limite alla consapevolezza. La via d'uscita dalla percezione é la visione cristica che riflette unità invece che separazione, amore invece che paura, forza invece che debolezza... (Continua)
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Che dire se mi sento in colpa perchè mi hanno salvato la vita in ospedale? Il problema è che da allora non mi sento più al 100%. Monica