La fabbrica delle emozioni

Cibo emozionaleLe emozioni sono il carburante del processo di creazione. Scopriamo come indurre a piacimento qualsiasi emozione desideriamo.

Più volte su questo blog ho sottolineato l’importanza delle emozioni nel processo di creazione della nostra realtà. Possiamo considerare le emozioni il vero e proprio carburante che permette ai nostri desideri di esprimersi nella realtà.

Come ho già scritto in questo precedente articolo, possiamo definire le emozioni un vero e proprio luogo verso cui spostare la nostra attenzione, al fine di materializzarlo nel nostro qui e ora. Anche se a noi non sembra, di fatto ci spostiamo fisicamente, all’interno del regno delle infinite possibilità quantistiche, verso il luogo emozionale corrispondente all’emozione che riusciamo a provare. Questo spostamento fa in modo che l’Universo debba necessariamente portarci un evento che corrisponde all’emozione provata.

Come avviene tutto ciò? Dobbiamo sempre ricordare che in natura la legge di causa-effetto non funziona come la immaginiamo. In realtà l’effetto precede la sua causa, anzi ne è la causa stessa. Strano? Forse, ma se pensiamo al fatto che il pensiero è la prima e unica causa di qualunque cosa accade nella nostra vita, ecco che tutto questo diventa più comprensibile.

Il nostro pensiero, alimentato dall’emozione, crea istantaneamente l’oggetto del desiderio nella nostra linea futura del tempo. L’Universo a quel punto creerà tutti gli eventi intermedi che ci permetteranno di raggiungere la materializzazione del nostro desiderio. Ogni evento precedente a quello, quindi, che ci apparirà come una delle cause dell’effetto finale, in realtà rappresenta solo l’escamotage che l’Universo ha dovuto trovare per portarci lì dove desideravamo. L’effetto finale ha quindi prodotto le sue cause apparenti.

E’ così che funziona la creazione consapevole della realtà, o perlomeno è questo uno dei principali meccanismi attraverso il quale la legge di attrazione può essere applicata con successo.

La fabbrica delle emozioni

Ok, direte voi, ma come si fa a creare a piacimento le emozioni di felicità o di appagamento prima di aver effettivamente ottenuto quello che chiediamo?

Un metodo c’è, ed è sempre stato sotto i nostri occhi: la musica.
Ebbene sì. Tutti sappiamo che alcuni brani musicali possono indurre dei particolari stati emotivi, e allora perchè non utilizzarli come fabbrica di emozioni, in grado di produrre il “cibo emotivo” di cui abbiamo bisogno per le nostre creazioni?

Dove trovare la musica giusta? Abbiamo a disposizione un’infinità di sorgenti tramite le quali possiamo accedere a qualsiasi brano, senza spendere un solo centesimo.
Oggi abbiamo a disposizione Youtube, o SoundCloud, che ci mettono a disposizione musica di qualunque genere.

Come scegliere il genere giusto? Dipende dall’emozione che desideriamo provare, naturalmente, ma forse il genere più utile è quello relativo a musiche motivazionali, che ispirano sensazioni di trionfo, gioia, ottenimento, soddisfazione, ecc.

Ecco qui un esempio preso da SoundCloud:

E’ un brano degli AudioMachine, un gruppo che produce musica epica, di forte impatto emotivo.

Come usarla? Ecco le principali regole:

  • Mettetevi in una posizione comoda, seduti o sdraiati
  • Utilizzate delle cuffie per avere il massimo del rendimento sonoro e per isolarvi dal mondo circostante
  • Concentratevi sul desiderio che volete ottenere (per esempio passare un esame molto difficile)
  • Calmate il più possibile la mente, concentrandovi sul vostro respiro o su parti del vostro corpo
  • Avviate la musica e immaginate la scena del desiderio già ottenuto. Nel caso dell’esame, immaginatevi mentre il professore vi stringe la mano e si congratula con voi, o voi che con gioia comunicate l’esito positivo ai vostri familiari o amici
  • Vivete la scena in prima persona, come se vi trovaste effettivamente lì, e fatevi trascinare emotivamente dalla musica, cercando il più possibile di sentire le emozioni corrispondenti all’ottenimento del desiderio. Insomma, se riusciste a piangere di gioia sarebbe il massimo
  • Ripetete la scena tutte le sere, più di una volta a sera

Questo tipo di musica trionfale è l’ideale per qualsiasi desiderio che preveda il superamento di una prova, o l’ottenimento di uno specifico risultato.
Naturalmente potete usare altri brani che vi ispirano particolarmente, quello qui indicato è solo un esempio. Non sarà difficile trovarli facendo una ricerca sui due siti indicati, utilizzando parole chiave come epic, triumph, motivational, ecc.

O, se volete trovare l’anima gemella, cercate brani molto dolci che ispirano sentimenti d’amore, e immaginate di camminare felici mano nella mano col vostro partner su di una spiaggia al tramonto, o cenare con lui/lei a lume di candela in un’atmosfera intima.

Eccone un esempio sempre da SoundCloud:

Insomma, avete a disposizione un’immensa fabbrica delle emozioni per poter indurre qualsiasi stato emotivo a vostro piacimento, il tutto accedibile con estrema facilità e in modo gratuito.

La musica è la cassetta degli attrezzi di ogni Creatore Consapevole. Ora lo sapete anche voi, fatene buon uso.

Paolo Marrone

Il Potere di Guarigione dei Suoni Book Cover Il Potere di Guarigione dei Suoni
Jonathan Goldman
Musicoterapia
Il Punto d'Incontro Edizioni
2007
17x22
168

Ogni suono esercita un’azione su di noi a tutti i livelli: fisico, emotivo, mentale e spirituale, con effetti a volte sorprendenti. Gli armonici sono i suoni più puri; esaminandoli sia dal punto di vista scientifico che alla luce delle diverse tradizioni spirituali, scopriamo come trarre beneficio dal loro potere di guarigione e di trasformazione nella nostra vita di tutti i giorni.

Il concetto di guarigione attraverso la musica è molto antico... (Continua)




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Informazioni su Paolo Marrone

Da anni si occupa dello studio delle vere leggi dell’Universo, attraverso la riscoperta dei profondi legami esistenti tra le antiche dottrine orientali e le più recenti scoperte nel campo della fisica quantistica. Ha intrapreso da tempo un percorso di crescita personale attraverso la partecipazione a scuole dei migliori coach a livello mondiale, come la School of Enlightenment di Ramtha, la Mastery University di Anthony Robbins e il Quantum Leap di T. Harv Eker, solo per citare le più importanti, e ama condividere le sue scoperte e le sue riflessioni su questo blog. E’ anche co-autore di “La via della Creazione Consapevole” e autore de "Il monaco che non aveva un passato".
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21 risposte a La fabbrica delle emozioni

  1. remo scrive:

    Come trovare la musica adatta all’ansia?
    Grazie

    • Paolo Marrone scrive:

      Remo, qualsiasi musica che ti fa stare bene e non ti fa pensare alla tua ansia va benissimo. La cosa è molto soggettiva, e ognuno può sentirsi bene con un genere diverso di musica, quindi è difficile dare consigli specifici. Prova a cercare musiche molto tranquille, che ti fanno sentire bene e ti rilassano, magari provandone diverse fino a che non trovi quella che davvero ti soddisfa. Un termine di ricerca potrebbe essere proprio “relax”, o anche musiche per la “meditazione”. Sono anche ottime le musiche che si usano nei centri massaggi per indurre il rilassamento. Le trovi cercando “SPA music” su youtube.
      Un caro saluto

  2. Luigi scrive:

    Paolo, tempo fa avevo acquistato il tuo libro
    Gra “La via della creazione….” ma mi pare non parli di questo che vorrei chiederti: come consideri tu il tema del Karma, tanto dibatutto su Web, in relazione alla legge di attrazione. Ci può essere un debito Karmico derivato da esperienze vissute in vite passate che impedisce la manifestazione di tuoi obiettivi? E comunque come si dovrebbe affrontare in questa vita?
    Ti ringrazio con Salutoni Cordiali
    Ti ringrazio per tutti i tuoi post

  3. Piemme scrive:

    Ciao Paolo

    molto interessante questo articolo, ero proprio alla ricerca di un metodo per creare, come dici tu, a piacimento le emozioni di felicità o di appagamento prima di aver effettivamente ottenuto quello che chiediamo.

    Tutti i libri sulla LOA parlano dell’importanza delle emozioni durante la visualizzazione, ma nessuno spiega come farlo a priori.

    Grazie, allora, di averci regalato questa tecnica.

    P.S. Posso chiederti cosa sono “School of Enlightenment di Ramtha” e il “Quantum Leap di T. Harv”?

    • Paolo Marrone scrive:

      Sono felice che tu abbia trovato utile questa tecnica. La “School of Enlightenment di Ramtha” e il “Quantum Leap di T. Harv Eker” sono delle scuole di crescita personale e spirituale, la prima tenuta da J.Z.Knight, e la seconda da T.Harv Eker (potrai trovare tutte le notizie su di loro e le loro scuole su Google).

      • Piemme scrive:

        Ciao Paolo

        ho fatto qualche ricerca sulla “School of Enlightenment di Ramtha”, ho visto che ci sono anche libri e degli audio in italiano…devo dire che l’argomento mi ha affascinato, d’altra parte nulla è per caso.

        La mia domanda per te: possibile che chi voglia approfondire la cosa debba recarsi dall’altro lato del mondo??
        Ho visto che ci sono anche incontri in Italia, ma non è proprio la stessa cosa…

        • Paolo Marrone scrive:

          Il mio consiglio è di leggere prima alcuni libri di Ramtha, il più importante è “Dio in Te”, ed eventualmente vedere qualche video delle sue lezioni, prima di investire nei suoi corsi, in modo da capire se i suoi insegnamenti ‘risuonano’ anche per te. Considera comunque che il vero insegnamento di Ramtha è quello che è stato canalizzato nei primi 10-15 anni. Ritengo che molta parte del resto sia stato in grossa parte ‘contaminato’ dalla JZ Knight per scopi puramente commerciali.
          La scuola Italiana, che si trova a Spinello (una piccola località montana in provincia di Forlì-Cesena) è condotta direttamente dai suoi insegnanti americani, e alcune delle lezioni vengono svolte attraverso la visione di video di Ramtha. Naturalmente non è la stessa cosa, ma vista l’enorme differenza nei costi è sicuramente più vantaggioso, almeno all’inizio.
          Per me i suoi insegnamenti sono stati molto utili, soprattutto perchè ero ancora all’inizio del mio percorso, pertanto mi ha dato la possibilità di ampliare notevolmente il mio punto di vista, ma come spesso suggerisco, è sempre bene seguire il proprio istinto per capire cosa va bene e cosa no per la propria crescita spirituale.

          • Piemme scrive:

            OK grazie tante Paolo.

            Certo sarei curioso di capire quanto sia stata “contaminata” la cosa, ma in ogni caso partirò dai libri, così come suggerito anche da te.
            A presto.

  4. Vania scrive:

    Ciao Paolo,
    articolo molto interessante. Vorrei chiederti una cosa da un po’ di tempo: conosci la “tecnica” del transurfing di Zeland e, se sì, cosa ne pensi? In particolare vorrei una tua opinione riguardo i potenziali superflui e l’importanza. Grazie!

    • Paolo Marrone scrive:

      Ciao Vania,
      considero il transfurfing una tecnica molto interessante, e ne sto integrando diverse parti anche nei miei seminari. In fondo, però, se ci pensi bene, molti dei concetti espressi sono fondamentalmente gli stessi che vengono spiegati da altri autori, anche se con nomi un pò diversi. I potenziali superflui e l’importanza sono concetti fondamentali, senza conoscere i quali è praticamente impossibile far funzionare la LdA. La necessità di non dare importanza agli accadimenti o ai desideri è uno dei cardini su cui si basa la legge di attrazione, e credo che abbia molte similitudini con “l’arte del permettere”, tanto cara agli Abrahams-Hicks, che sicuramente conoscerai. I potenziali superflui forse sono un concetto un pò più innovativo introdotto da Zeland, che secondo me trovano una spiegazione fisica nel fatto che, vivendo in un universo duale, ogni forza o energia ha sempre e comunque un suo opposto, che tende a bilanciare l’azione primaria.
      Va sicuramente riconosciuto a Zeland il merito di essere riuscito a spiegare in modo più semplice e convincente concetti forse già noti da tempo.

      • Piemme scrive:

        Questo discorso del bilanciare le forze l’ho vissuto più di una volta sulla mia pelle. Ogni qualvolta che “caricavo” di importanza ciò che volevo ottenere puntualmente non riuscivo a raggiungere l’obiettivo.
        Il difficile è proprio la capacità di abbassarne la portata, ma io, personalmente, ho molte difficoltà quando desidero giungere allo scopo a tutti i costi…
        Come cavolo si fa?

        • Paolo Marrone scrive:

          Forse sarà un pò semplicistica come risposta, ma mi viene da dirti: semplicemente evita di dover ottenere qualcosa a tutti i costi 🙂
          La soluzione sta nell’immaginare cosa potrebbe succedere se la cosa non si verificasse, e poi abbassare l’importanza data alle conseguenze, dicendo a se stessi: “anche se non l’ottengo, non cambia nulla”. Se ti convinci di poter ‘sopravvivere’ anche senza raggiungere quell’obiettivo, ecco che l’importanza viene meno 😉

          • Piemme scrive:

            Ok, ma se l’obiettivo è di natura “fondamentale”?

          • Paolo Marrone scrive:

            Pietro, sei sulla strada sbagliata. Vuoi un’altra definizione di cosa vuol dire non dare importanza?
            Sapere che nulla è di natura “fondamentale” 😉

  5. Vania scrive:

    Grazie per la risposta. Concordo sul fatto che gli stessi concetti, con altri nomi, siano già stati affrontati da molti autori. La mia era solo curiosità di una tua opinione a riguardo e mi hai risposto, quindi grazie di nuovo. A presto!

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  7. Rosa scrive:

    Ciao Paolo,
    confermo che lavorare su stessi è un bell’impegno! A volte lo trovo difficile, sembra che abbia eliminato delle credenze e poi a volte si ripresentano e mi sale un po di sconforto.
    La difficoltà che noto è lo spostare il focus. La sera o quando sono sola visualizzo e percepisco le emozioni di ciò che desidero poi quando torno alla vita avverto una sgradevole sensazione di disagio e se provo a rimettere il focus faccio molta fatica e può capitare che la mia mente si rifiuti di farlo e resti ancorata alla realtà. A volte il disagio è forte, come se dentro di me si attivassero tutte le resistenze che giocano a sfavore del mio desiderio e tentano di mettere in dubbio persino quello che ho davvero ottenuto. È una lotta con me stessa e arrivo a farmi venire il mal di testa. Forse certe convinzioni sono molto radicate e richiedono più tempo? Comunque sono decisa ad insistere finché si sblocca il tutto, accadrà giusto? 🙂
    Però ecco questa differenza tra le belle emozioni e la realtà è intensa e la vivo male. Ho provato ad apprezzare la realtà anche se mi piace in parte e a volte funziona a volte no, sto facendo Ho’oponopono e credo che una settimana sia poco. Altre volte per ovviare penso che tanto sto per ottenere ciò che desidero ma succede che è come se mi estraniassi dal presente. Hai un consiglio oppure tutto ciò è segno che il mio lavoro è sulla strada giusta?

    • Paolo Marrone scrive:

      Stai semplicemente provando quello che ogni persona che intraprende questo cammino sperimenta. Il lavoro su di sè presuppone l’uscita dagli schemi mentali in cui siamo soliti ‘dormire’. Il tentare di uscire dalla propria zona di comfort si scontra con una fortissima resistenza causata dal nostro essere materiale che non ha alcuna intenzione di svegliarsi. Continua così, e se posso permettermi, ho letto nelle tue parole un pò di ansia verso il raggiungimento dei risultati. Rilassati, ed entra nell’ottica che non c’è alcuna meta da raggiungere nè alcun risultato da perseguire. Mettiti comoda e goditi il viaggio 😉

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