Impariamo a dialogare con l’inconscio

dialogare con l'inconscioSolo se impariamo a dialogare con l’inconscio possiamo scoprire la parte più intima di noi stessi per usarla a nostro vantaggio.

Dialogare con l’inconscio è importante, ma non sappiamo il perché, né in che modo farlo. Approfondiamo allora questo concetto e scopriamo l’importanza di imparare a dialogare con l’inconscio.

Abbiamo oramai appreso, attraverso la lettura degli articoli di questo blog, che il nostro pensiero e le nostre credenze creano la realtà che ci circonda. Abbiamo già dato in queste pagine diverse spiegazioni scientifiche di come ciò accada, attraverso l’analisi delle più moderne teorie della fisica quantistica.
Ma mentre la fisica quantistica ci spiega in maniera indiscutibile di cosa son fatte le particelle di materia e come queste siano influenzate dai nostri pensieri, non ci può spiegare qual’è il meccanismo dentro di noi che sviluppa questa influenza creatrice sulla materia stessa.

Il titolo di questo articolo ci fornisce una precisa indicazione: noi tutti esercitiamo la nostra influenza sul mondo attraverso l’inconscio. E’ questo il motivo per cui è indispensabile imparare a dialogare con l’inconscio, per fare in modo che riusciamo a creare coscientemente la nostra realtà.

Vediamo però prima come tutto questo funziona.
Sappiamo già che siamo in effetti costituiti da tre parti che interagiscono tra di loro: la mente conscia, che riceve tutti gli impulsi dal mondo esterno e che elabora i pensieri attraverso il cervello, che è la sede della nostra mente, la mente inconscia che supervisiona il funzionamento di tutte le nostre attività vitali (come il battito del cuore o il funzionamento delle ghiandole) e il cosiddetto Superconscio, che altro non è che il nostro Vero Sè, la parte spirituale del nostro essere.

L’importanza di imparare a dialogare con l’inconscio

Benchè il titolo di questo post sia “Imparariamo a dialogare con l’inconscio”, in effetti già lo facciamo, tutti i momenti, semplicemente perchè attraverso questo dialogo impartiamo continui ordini al nostro inconscio.
La nostra mente cosciente è la parte di noi che elabora pensieri e convinzioni attraverso l’idea del mondo che si è fatta.
La nostra mente inconscia, invece, non elabora alcun ragionamento logico, ma ha il compito di accettare tutto ciò che proviene dalla mente conscia e trasmetterlo in forma di vibrazioni energetiche all’Universo (di cui il nostro Vero Sè è parte), al fine di manifestare nella realtà tutto ciò che la mente conscia ha elaborato.

Capite qual è il problema? In questo ambito infatti, per una mente non risvegliata la fanno da padrone le innumerevoli false convinzioni che abbiamo appreso dai nostri genitori, dalla scuola, dai nostri conoscenti, ecc.

Qual è il problema? Semplice, il problema è che, siccome siamo all’oscuro di come il meccanismo della creazione funziona, non siamo in grado di dialogare con l’inconscio in modo corretto, e lasciamo che queste credenze vadano a dare dei ‘comandi sbagliati’ all’inconscio, che non può fare altro che obbedire, influenzando così in modo caotico la nostra realtà.

E’ allora di fondamentale importanza che prendiamo il controllo della nostra mente e dei nostri pensieri, al fine di essere in grado di dialogare con l’inconscio in modo corretto.

Questo è il motivo per cui in diversi post ho scritto che una mente caotica e non controllata porta inevitabilmente ad una realtà caotica, rendendoci apparentemente succubi degli eventi esterni.

Il nostro ‘esecutore’ interno, che è la nostra parte inconscia, non discuterà e prenderà per buone tutte le credenze elaborate inviategli dalla mente conscia.
E dato che è in stretta comunicazione con il nostro Vero Sè, che è dotato di una potenza infinita, renderà manifeste nella realtà tali credenze.

Un esame dei vostri pensieri coscienti vi dirà molto sullo stato della vostra mente interiore, sulle intenzioni e le aspettative. I vostri pensieri infatti, una volta esaminati, vi permetteranno di vedere dove state andando. Ciò che esiste nel mondo è prima di ogni cosa nei pensieri e nelle emozioni. Non c’è altra regola.

Impariamo allora a dialogare con l’inconscio per prendere il controllo della nostra vita. Solamente se saremo in grado, attraverso la conoscenza dei meccanismi sottostanti (alla quale questo blog tenta di dare un contributo), e soprattutto attraverso la pratica costante, allora potremo davvero prendere le redini della nostra vita e guidarla verso ciò che davvero ci aggrada, facendoci finalmente uscire dalla prigione nella quale ci siamo incatenati da soli.

Paolo Marrone

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È molto diffusa l'idea che fare soldi sia un'azione facilmente deprecabile e di bassa moralità. Come diretta conseguenza può capitare di sentirsi quasi in colpa quando... (Continua)




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Informazioni su Paolo Marrone

Da anni si occupa dello studio delle vere leggi dell’Universo, attraverso la riscoperta dei profondi legami esistenti tra le antiche dottrine orientali e le più recenti scoperte nel campo della fisica quantistica. Ha intrapreso da tempo un percorso di crescita personale attraverso la partecipazione a scuole dei migliori coach a livello mondiale, come la School of Enlightenment di Ramtha, la Mastery University di Anthony Robbins e il Quantum Leap di T. Harv Eker, solo per citare le più importanti, e ama condividere le sue scoperte e le sue riflessioni su questo blog. E’ anche co-autore di “La via della Creazione Consapevole” e autore de "Il monaco che non aveva un passato".
Questa voce è stata pubblicata in Auto-osservazione, Legge di Attrazione e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

17 risposte a Impariamo a dialogare con l’inconscio

  1. Matteo scrive:

    Questo articolo spiega molto bene come il nostro inconscio non distingua tra bene e male ma si nutra solo del “carburante della nostra anima” cioè le emozioni. Ci spiega anche che dovrebbe essere la mente consia a guidare il nostro potente motore incoscio perché, nonostante i molti condizionamenti esterni, la nostra parte razionale sa cosa è più giusto per noi. È tutto molto interessante e condivisibile.

  2. stefania lambrianidis scrive:

    forse ho capito da neofita prima il tuo subconscio il tuo vero sè , la matrice per gli agnostici, a livello di emozione ti invia segnali di risveglio della consapevolezza poi subentra la determinazione e disciplina mentale…, quello che poi hanno fatto da secoli gli orientali! due punti di considerazione 1) gli psicologi fallirebbero in un nanosecondo 2) tutti si risvegliano il tema è quando forse è per quello che hanno bisogno di reincarnarsi…

  3. Stefano22 scrive:

    Ammetto che questo commento sarà un po’ provocatorio,pur se la provocazione non è assolutamente intesa come fine a se stessa;piuttosto, uno spunto per una condivisione aperta a Chiunque amasse farlo. Siamo ormai abbastanza abili nel destreggiarci con concetti quali: mente conscia,mente inconscia,mente superconscia.A questo punto,però,la domanda che potrebbe sorgere, e che di fatto è sorta in chi sta scrivendo,è la seguente:ma chi o che cosa ha suddiviso la mente in queste tre “componenti”? Il pensiero scientifico,il pensiero psicoanalitico,il pensiero filosofico, persino il pensiero religioso, eccetera…tutte presunte “autorità” in materia,esterne a noi,diverse da noi; e che cosa hanno in comune questi “tipi” di pensiero?Che sono, appunto,pensiero,cioè attività mentale. Quindi…il pensiero ha suddiviso la mente in tre “componenti” ben distinte,con qualità e attitudini altrettanto ben distinte. Ma se non fosse così? Il pensiero umano è pur sempre limitato e parziale o frammentario,incapace di cogliere l’insieme,la globalità e per nulla atto a riconoscere e riconoscersi nell’Essere,che di fatto,sempre gli sfugge e sempre rincorre. E’ stato molto bene esposto, in numerose occasioni, su questo Blog che ciò che crediamo essere vero,diventa vero per noi e,prima o poi,lo vedremo manifestato nella cosiddetta realtà quotidiana…La provocazione,dunque,è la seguente: se crediamo fermamente,se siamo assolutamente convinti e diamo per scontato che esista questa divisione (la divisione è la caratteristica fondamentale del pensiero,che è sempre frammentato, limitato, separatore e classificatore) non ci dovremmo meravigliare,poi,di avere difficoltà nel relazionarci sia con la mente inconscia,sia con la mente superconscia,dato che tale difficoltà e inaccessibilità,in definitiva,la creiamo noi,proprio attraverso tale convinzione limitante. Non conosco di certo la Verità,e confido che nessuno,almeno su questo Blog, pretenda di conoscerla,pertanto sarei grato a Chiunque amasse farlo,di approfondire insieme questa visione,con l’unico intento di conoscere, sempre più in profondità, noi stessi…chi o che cosa Siamo. Con gratitudine,a Chiunque ami condividere. Stefano…Love*

    • Paolo Marrone scrive:

      Hai perfettamente ragione Stefano, la mente è una sola, senza alcuna divisione. La divisione, o meglio la “separazione” è avvenuta nel momento in cui abbiamo creduto di essere separati dal resto dell’Universo. La nostra mente semplicemente rispecchia il nostro stato, e il sentirci separati ha di fatto creato la separazione all’interno della nostra mente. Naturalmente questa separazione non è fissa, nè corrisponde ad alcuna separazione fisica nel nostro corpo. Parlando di mente, si tratta solo di una astrazione, con la quale indichiamo di quale parte del nostro essere siamo a conoscenza, o siamo coscienti (da qui il termine mente conscia/inconscia).
      Dato che la separazione è solo astratta e non fissa, è normale che noi possiamo ‘spostare’ questa ipotetica linea di separazione, divenendo consci di una parte sempre più ampia di noi stessi. Questo lavoro si chiama crescita personale (o spirituale), attraverso la quale possiamo prendere sempre più il controllo di parti della nostra mente che normalmente non controlliamo. Allargare la nostra parte conscia vuol dire naturalmente allargare il controllo sulla nostra realtà, e questo è proprio il tema centrale di molti dei miei articoli su questo blog.
      Ciao e grazie per l’interessante ‘provocazione’.

  4. Stefano22 scrive:

    Grazie per la risposta,Paolo e grazie pure per aver definito “interessante” la “provocazione”…del resto Tu hai suscitato in me altrettanto interesse,attraverso ciò che comunichi…non potevamo che incontrarci nell’interesse e nella passione che lo anima,presenti sia in Te,sia in me. Come dici Tu,la separazione è solo apparente,non è certo reale e nasce solo ed esclusivamente attraverso il pensiero e i suoi artefatti,il più subdolo e falso dei quali è “io”. Io è la radice,la madre di ogni divisione,il nucleo generatore del tempo,della solitudine,della paura,del conflitto,dell’attività autocentrata,cioè dell’egoismo. Io è il velo di Maya,il drappo del Tempio di Gerusalemme,che si strappa,non a caso,nel momento stesso in cui il Cristo lascia cadere anche “materialmente” l’identificazione con il corpo,il pensiero,l’emozione, abbandonando nelle mani del “Padre” il vecchio io, attraverso un processo interiore con il quale ogni Essere Umano, prima o poi,deve fare i conti,prima di poter ri-sorgere nella consapevolezza della propria integrità con tutto ciò che E’. A questo punto,però,Ti chiedo con interesse che cosa intendi quando parli di controllo di quelle parti che attualmente non controlliamo. In parole diverse, Ti sto chiedendo: Chi è che controlla,non controlla o che dovrebbe controllare cosa? Grazie e ogni Bene a Te.
    Stefano…Love*

    • Paolo Marrone scrive:

      La tua domanda Stefano è tanto interessante quanto, lasciami dire, “pericolosa”. Pericolosa perchè rischia di farci cadere in un vortice di domande e risposte, che provocano altre domande, in un loop che si chiude su se stesso senza portarci da nessuna parte.
      Il problema è proprio la lingua che utilizziamo per comunicare. Il concetto del Vero Sè non può essere spiegato facilmente con nessuna delle attuali lingue utilizzate nel mondo. Non possiamo descrivere facilmente il fatto che siamo Uno con il Tutto e nello stesso tempo siamo parte individualizzata di esso. Credo che noi siamo la parte ‘personale’ di qualcosa di ‘impersonale’ che costituisce il Tutto (o Universo, o Dio, scegli tu). Siamo la ‘differenziazione’ di ciò che è indifferenziato ad un livello superiore. Quindi per rispondere alla tua domanda, è proprio questa parte ‘differenziata’ del Tutto che, attraverso la crescente consapevolezza di se stessa, raggiunge stati di controllo sempre maggiori (ma consapevolezza e controllo, in questa accezione, sono solo dei sinonimi). Siamo degli “attuatori” della Coscienza Infinita, che per sua natura è impersonale e quindi inespressa. La Coscienza Infinita è energia “potenziale” che ha bisogno di essere pensata e riconosciuta per potersi esprimere nel mondo reale. Essa si esprimerà esattamente come ‘noi’ le permettiamo di esprimersi.
      Ora però non chiedermi cosa intendo con la parola ‘noi’ altrimenti cadiamo nel loop di cui ho accennato prima.
      Un caro saluto.

  5. Stefano22 scrive:

    Grazie Paolo…e lo dico col sorriso sulle labbra,apprezzando quanto dici e con un sano (almeno credo) senso di divertimento…questa conversazione è,almeno per me,interessante,divertente e stimolante,ingredienti non così comuni in senso lato. Ti rassicuro subito…nessun loop. Il pericolo di cui parli è assolutamente reale,allorquando la mente pone le domande e contemporaneamente fornisce le risposte…è esattamente il loop di cui parli e che,forse,fa parte del percorso a ostacoli in cui una neonata presa di consapevolezza cerca di avventurarsi,nel tentativo di conoscersi e di conoscere “meglio”. Per conoscere qui si intende una conoscenza di tipo gnostico,diretto,non mediato dall’intelletto e di certo ben diversa dalla mera accumulazione di svariate informazioni. La comprensione delle parole dette ha la sua innegabile importanza o valenza,ma il sentire,cioè la percezione libera dal condizionamento del mentale,per quanto mi riguarda,ne ha sicuramente di più,pur riconoscendo che esprimersi in termini di “di più” o “di meno” sia privo di significato. Quando hai parlato di controllo mi si sono accese alcune lampadine-spia; si è cioè aperta una discrepanza tra parola udita e percezione presente,quindi desideravo semplicemente andarci un pò più a fondo…cosa avvenuta anche grazie a Te,alla risposta che hai voluto gentilmente dare e di cui ti sono grato. Nel momento in cui controllo e consapevolezza sono intesi come sinonimi,la discrepanza si risolve spontaneamente…lasciami però dire che, in me, consapevolezza e Amore sono sinonimi…e Amore non è certo controllo. Grazie per la Tua benevolenza e condivisione…ogni Bene a Te. stefano… Love*

    • Paolo Marrone scrive:

      Sono io che ringrazio te Stefano, grato di avermi regalato il piacere di scambiare opinioni di così alto valore. Cosa davvero rara, credimi.
      Potresti aver ragione sul fatto che il controllo non ha molto a che fare con l’Amore, ma in realtà tutto dipende dal significato che si vuole dare ai termini. La parola ‘controllo’ da sola non vuol dire nulla, e tutto dipende, secondo me, da qual è l’oggetto del controllo. Quale tipo di controllo non va d’accordo con l’Amore? Il controllo del mondo esterno, naturalmente. L’Adesso va accettato per quello che è, ed è stupido opporvisi. Il controllo invece che a mio avviso ha senso esercitare è quello verso l’interno, verso il rumore di fondo della nostra mente, quella vocina che ci parla in continuazione e ostacola l’apertura del cuore. Il controllo quindi va inteso come il mezzo per arrivare a quell’apertura che ci consente di ascoltare la Vera voce, la voce del Vero Sé. E’ da lì che arriva tutta la pace e la tranquillità, nonché l’Amore, che ci consente di smettere di voler controllare.
      Siamo all’interno di un percorso di crescita, e quindi tutte le volte che parlo di ‘controllo’, intendo il lavoro necessario a cambiare lo stato attuale, da puri ‘dormienti’ verso uno stato di risveglio, nel quale viene naturale non aver più bisogno di controllare alcunché.

      • Stefano22 scrive:

        Grazie, Carissimo Paolo, per le generose parole che mi rivolgi…il dono è senz’altro reciproco e,come spesso dici Tu,mi fa venire in mente la Legge dell’Attrazione…
        E’ possibilissimo che l’Umanità stia percorrendo una Via che la porterà al risveglio,come anche no… difatti,in un Universo dalle infinite possibilità non è possibile sottrarre alcuna di esse,altrimenti non sarebbero più infinite,Ti pare? Come Tu esponi con chiarezza,tutte le possibilità sono presenti, ora e qui,ad un livello potenziale. Poi accade qualcosa: solo alcune di esse si manifestano nella quotidianità della materia,dello spazio e del tempo lineare. Questo “precipitare” dell’immateriale e non manifesto nel materiale manifestato,a ben osservare,ha una causa e tale causa non è assolutamente indipendente dal soggetto che osserva la cosiddetta realtà e,in sostanza,dalla qualità dei pensieri che si susseguono nel dialogo interiore (e nell’inconscio) del cosiddetto osservatore. Su questi argomenti,le tesi,teorie,credenze,convinzioni,suggestioni si contano a bizzeffe da secoli e millenni; preti,santi,alchimisti,guru,esoteristi, filosofi,scienziati,veggenti,new-agers e anche lestofanti ci hanno lasciato milioni di pagine scritte,migliaia di pratiche e metodi,per non parlare di corsi,conferenze,cd,dvd e dei miliardi di bit di informazioni in rete. Risultato? Basta guardarsi intorno. La Via, dunque,è già tracciata,con una meta prefissata? Non sono onnisciente,quindi non lo so; può essere,come no. Posso certo credere in qualcosa, o anche nel suo esatto contrario;comunque sia,la Verità non cambierà certo a seconda di ciò in cui credo o meno. Pertanto,nella “mia” quotidianità,non mi pare il caso di dare nulla per scontato,mai…e il dubbio (da non confondere con la confusione) è sempre in essere; trovo che mantenga l’orizzonte spazioso e aperto,anzichè concentrato su un determinato concetto o ideale o valore o paradigma,inconfutabilmente arbitrario,in quanto condizionato dal passato esperienziale,che è innegabilmente relativo e limitato. Se sono consapevole del mio non sapere,quindi,sarà ben più difficile che mi avventuri,lancia in resta,alla crociata di turno,per scoprire,magari, che era una fregatura…o un semplice errore di valutazione; in ogni caso,vale sempre la regola che sbagliando (a volte) si impara. L’unica cosa che posso affermare con certezza è che sono un Essere Vivente, pur non potendo descrivere a parole,come anche Tu affermi a chiare lettere, che cosa sia il “Vivente”. Non sono niente e non sono nessuno (inteso come nessuna “cosa” e nessun “individuo”) ma sono consapevole che ogni esperienza personale “soffre” di una cronica mancanza di Integrità,cioè di una cronica mancanza di visione completa del Tutto o,se preferisci,di Ciò che E’. Dunque, nella “mia” esperienza parziale e frammentaria,mi sono accorto che se entra in gioco l’intento di controllare qualcosa (o qualcuno) si viene inevitabilmente a creare una situazione di dualità o dualismo,che a ben vedere è l’esatto contrario dell’Integrità; nel caso in questione,si viene a creare una “entità” che agisce come controllore su un’altra entità,che è ciò che dovrebbe essere controllato…siamo quindi al cospetto di un processo di frammentazione, di divisione,di separazione…che,alla lunga o meno,porterà quasi inevitabilmente al conflitto,interiore od esterno che sia,poichè la divisione è l’anticamera di ogni conflitto. Mi sono anche accorto,però,che se si cessa di voler controllare qualcosa e lo si osserva senza alcun giudizio o giustificazione,col solo intento di rimanere aderenti ai fatti,questo tipo di “azione”,che è una non-azione,suscita effetti sorprendenti. Per fare un esempio collegato a quanto hai scritto sopra: se ci si accorge che è il rumore di fondo della mente,la vocina nella testa,che genera ogni tipo di emozione e che co-crea la “realtà” e se la “realtà” che si percepisce non risulta affatto gradevole, la prima cosa che verrebbe in mente di fare (e che di solito viene tentata) è quella di entrare in controllo del pensiero. Milioni di persone hanno tentato e milioni di persone hanno fallito… e la vocina è sempre lì; non solo,più c’è sforzo per zittire,più si rafforza l’identificazione con la vocina e la rabbia o lo sconforto per il “fallimento” crescono. A Te non capita o non è capitato? A me sì,ma non mi permetto certo di rispondere in vece tua. Se ci si limita alla pura,semplice e silenziosa osservazione di ciò che è presente, qualsiasi cosa sia,si potrebbe (ribadisco “potrebbe”) verificare un evento stra-ordinario,cioè fuori dell’ordinario: la vocina sparisce spontaneamente,semplicemente e senza alcuno sforzo. In quel Silenzio,poi,potrebbe (e ribadisco potrebbe) manifestarsi qualcosa di ancor più stra-ordinario…Quello che E’… indescrivibile,onnipresente,atemporale,impersonale,della stessa Sostanza dell’Amore,della Pace,della Gioia. Non mi pare una cosa di poco conto. Ma se c’è un intento,se c’è un obbiettivo,se c’è un’aspettativa o se c’è desiderio… bè…lo stato del sonno è ancora molto profondo… quindi ritentiamo,forse saremo più fortunati… come era scritto sul coperchio di un fustino di detersivo. Certo che,più che un commento,ho scritto un post…Ti chiedo perdono; questo Blog lo gestisci Tu e se ho “approfittato” Ti prego di non usare mezze parole…provo grande Rispetto per l’Essere Umano. Grazie di cuore per la Tua attenzione,sensibilità e disponibilità. Stefano…Love*

    • Alfie62 scrive:

      Solo il “Qui e ora” è privo di ogni separazione il pensiero non può esprimerlo e neanche esaminarla. Quella è l’ unica Realtà che esiste.
      Il solo chiedersi come entrare nel “Qui e ora” ti farà già essere nel passato.
      Quella è la tua Unica e Vera Sorgente. E puoi solo Viverla

  6. elly scrive:

    Complimenti Stefano. Sono d’accordo con te. Anche perché ciò ciò che chiamiamo ‘inconscio’ é molto più, passatemi il termine, potente, di ciò che chiamiamo conscio. Proprio perché ‘inconscio’ cioè, non conosciuto. Dunque lo sforzo va fatto nel conoscere l inconisciuto , dunque rendere conscio ciò che é inconscio. Comunque, osservare senza giudizio è davvero un lavoro difficile. Almeno per me! Anche perché spesso la piccola mente, non vede il quadro completo che il se Reale vede…

  7. Mirela scrive:

    Mi piacerebbe ricevere i suoi post .
    Grazie .
    Saluti , Mirela

    • Paolo Marrone scrive:

      Mirela puoi iscriverti alla nostra mailing list inserendo nome e email nel box che trovi in basso nella colonna di destra (devi usare un pc, sul telefonino non si vede).

  8. Alessandro scrive:

    Ciao ho letto l’articolo “La vita è un gioco. Impariamo a giocarla”. Vorrei un tuo parere su alcune mie considerazioni. Studio questa materia da diversi anni, ho cominciato con un po’ di buddismo, poi esoterismo, libri sulla PNL, legge dell’attrazione, e ho frequentemente consultato siti simile al tuo. Diciamo che ho una certa esperienza, ma ho ancora qualche dubbio e vado subito al sodo. In pratica tutte le volte che mi esprimo secondo questi concetti, anche da te espressi nell’articolo citato, ovvero cerco di modificare il mio subconscio attraverso il pensiero positivo, una corretta visualizzazione positiva, una fiducia estrema del futuro, succede sempre qualcosa che non combacia assolutamente con i miei desideri, i miei piani. Poi io riesco a dirmi di trovare del positivo, comunque. Mi spiego meglio attraverso un esempio. In attesa di un evento, quale una partita di calcio, un voto di un esame, il preventivo di un lavoro, un appuntamento, ecc., se io immagino, con tutta calma ciò che vorrei accade esattamente l’opposto. Quindi la mia vita è stata un “vabbé quello che sarà, sarà” oppure, “vedrai che… prenderò un brutto voto.” e poi succede il contrario. Invece tute le volte che ho seguito i dettami della legge quantica mi si sono rovesciate addosso situazioni drammatiche, che vabbé, dovrò comunque imparare a gestire. L’ultima è successa oggi. Con tutta calma e serenità mi sono concentrato ed ho detto a me stesso quello che mi avete insegnato in questi anni ed oggi ero abbastanza sereno. Con tutte le difficoltà che ho mi sono visualizzato nel cambiamento cercando di modificare le mie credenze limitanti di questi anni. Invece, qualche ora dopo mi è arrivata una mail con dei conti salati, che non mi aspettavo, da pagare. Ma allora il mio cervello funziona al contrario? Devo immaginare qualcosa affinché non accada?
    Non voglio metterti la risposta in bocca (e sii onesto) ma credo che le mie sfighe siano dovute al fatto che credo che la vita sia un posto dove migliorarsi soffrendo, (cosa che tu smentisci) dove io ho cercato sfide per far valere chi sono e quanto sono bravo. Se così fosse, come faccio a cambiare queste credenze?Oggi ho fatto il primo tentativo ma mi è arrivata sta batosta.
    Grazie della tua comprensione.

    • Paolo Marrone scrive:

      Alessandro, non conoscendoti non posso sapere qual è la vera causa di questo apparente ‘rovesciamento’ di cose. Di sicuro posso dire che hai delle credenze inconsce che fanno sì che accada quello che hai descritto. Il problema è che non accade ciò che pensiamo o affermiamo con la nostra mente di superficie, bensì creiamo la nostra realtà con ciò che è depositato in profondità nel nostro inconscio. Il lavoro che dobbiamo fare quindi è proprio quello di portare in superficie ciò che è nel profondo, in modo da riuscire a governare in modo più efficace la nostra vita.

  9. Roberto Rosetti scrive:

    Questo articolo spiega molto bene perchè è necessario dialogare con l’inconscio, ma non dice niente sulla cosa più importante, e cioè in che modo farlo! Rimanda il lettore ad un corso gratuito sulla legge di attrazione (che ha raggiunto il numero massimo di iscritti) senza aggiungere altro. Per ciò le sarei grato se pubblicasse un articolo che spiegasse in modo pratico e concreto qualche tecnica. Concludo facendole i miei complimenti per i suoi bellissimi articoli che leggo sempre con grande interesse sul suo blog e ringraziando anticipatamente la saluto.

    • Paolo Marrone scrive:

      Grazie Roberto di avermi fatto notare il link per la Chiave Suprema, è purtroppo un refuso che mi è sfuggito. Riguardo alla pratica, questo articolo aveva solo lo scopo di sottolineare l’importanza dell’inconscio nel meccanismo di creazione della realtà. Spiegare le pratiche avrebbe reso questo articolo troppo lungo, ma se segui questo blog regolarmente non mancherò di dedicare un articolo anche a questo aspetto. Un caro saluto.

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