Tutti pensano che il perdono sia un gesto di cortesia verso un’altra persona. Impariamo a vedere oltre questo modo comune di concepire le cose per cambiare veramente la nostra vita.
Come ho scritto nel sottotitolo, il perdono è concepito il più delle volte come un atto di ‘clemenza’ verso una o più persone che crediamo ci abbiano fatto del male. Almeno questa è l’accezione più comune di questa parola.
Per questo motivo tendiamo generalmente a non concedere il perdono ogni qualvolta siamo convinti di aver ricevuto un torto troppo grande da poter essere perdonato, e nel fare questo ci sentiamo totalmente a posto, ritenendo l’altro un essere non meritevole della nostra clemenza.
Niente di più sbagliato. Non ci rendiamo conto che così facendo ci stiamo letteralmente imprigionando all’interno di una prigione virtuale, nella quale ci rinchiudiamo insieme al supposto ‘nemico’ che ci avrebbe fatto un torto.
Uno dei motivi per cui dovremmo concedere il perdono a prescindere dal torto subito è ampiamente spiegato in questo altro mio articolo, che vi invito a rileggere.
In quel post evidenziavo come le persone che vediamo come ‘nemiche’ in realtà sono lì per aiutarci a crescere, evidenziando con il proprio comportamento un aspetto del nostro subconscio che dobbiamo portare alla luce e superare.
Ma non è tutto. Il quell’articolo infatti si parlava della gratitudine per l’aiuto ricevuto. In questo articolo invece voglio che vi soffermiate a riflettere su di un altro aspetto del perdono altrettanto importante.
Il Perdono come concessione che facciamo a noi stessi
Ebbene si, il titolo di questo paragrafo enuncia chiaramente qual’è il motivo per cui dovremmo sempre usare il perdono nei confronti del prossimo.
Per capire ciò dobbiamo partire da un concetto basilare, più volte enunciato all’interno di questo blog.
Il mondo che vediamo non è altro che una proiezione del nostro essere. Di fatto viviamo all’interno di una sfera le cui pareti interne sono specchiate, e dovunque guardiamo vediamo un aspetto di noi stessi.
Tutte le persone che incontriamo non sono altro che nostre proiezioni, create ad hoc per permetterci (se siamo abbastanza svegli ed evoluti per farlo) di elevarci un pò di più nel percorso evolutivo che la nostra anima sta compiendo in questa vita.
Ne consegue allora che, come enunciato da diverse dottrine spirituali, il nostro prossimo rappresenta un pezzo di noi stessi. Di fatto siamo tutti parte di un unico Uno, senza alcuna reale separazione.
Portare rancore verso qualsiasi altra persona, allora, negandole il perdono, non fa altro che legarci ancora di più a quella persona e all’evento spiacevole causato da essa.
Non ce ne rendiamo conto, ma i nostro odio porta ancora altro odio, dimostrando all’Universo che la lezione che quella persona era venuta ad insegnarci non l’abbiamo voluta imparare.
Ma sappiate che possiamo solo decidere quando imparare la lezione, non se impararla.
Questa seconda opzione non è contemplata. Prima o poi quella stessa persona, o un’altra in circostanze simili che attireremo necessariamente nella nostra vita, verranno di nuovo a presentarci il conto, e il nostro ottuso perseverare nel non voler cogliere l’insegnamento, ci condannerà a rimandare ancora quella lezione. Un’altra volta ancora.
Ricordate, la nostra anima è eterna, e l’Universo ha tutto il tempo che serve per insegnarci una lezione. Il nostro libero arbitrio ci consente di scegliere ogni volta cosa farne di quella lezione, ma sarà nostro destino impararla prima o poi.
Allora smettiamola di scegliere di essere continuamente rimandati.
Perdonare il prossimo significa di fatto perdonare noi stessi
Si, avete letto bene. Concedendo il perdono non state facendo alcun atto di clemenza verso colui o coloro che vi hanno fatto un torto.
State perdonando voi stessi, e col perdono vi state facendo un enorme regalo, dato che il premio che ne otterrete per aver capito la lezione sarà infinitamente più grande di qualsiasi aspettativa.
Chiudo con una frase su cui meditare…
Perdonate il mondo per gli errori che voi avete fatto
Paolo Marrone

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Comprendo benissimo che il perdono sia fonte di guarigione fisica e psicologica a livello profondo ed è fortunato chi lo riesce a fare in tutte le situazioni. Una domanda mi sorge sempre però quando leggo articoli riguardanti questi argomenti. In che modo bambini anche molto piccoli si attirano abusi e torture? In che modo possono perdonare da grandi? E’ davvero possibile perdonare questo tipo di reato?
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